Er Tevere
Er Tevere
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Te ‘ncrocio sempre si sò de passaggio,
ar punto che me pari mi fratello,
l’oasi tranquilla p’uscì dar bordello,
der traffico che ormai m’ha fatto ostaggio.
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Vorebbe un giorno, sai, pijà er battello,
pure che pago un botto de pedaggio,
e arilassato lento adaggio adaggio,
gustamme Roma nostra sur più bello.
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Tanti anni fa t’hanno chiamato “bionno”
pe via de li riflessi misti a l’oro,
che sluccicavi tutti fino ar fonno.
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Ma adesso grazzie a chi nun cià decoro,
tu hai cambiato ponti, tinte e sfonno,
l’anima de li mejo tacci loro.
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Stefano Agostino
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Bona Domenica a tutti (?), ammazza come semio arimasti pochi.
Comment by 'svardo — 21 Agosto 2011 @ 09:22E’ vero Ste’, c’hanno aridotto er Tevere guasi ‘na cloaca.
M’aricordo de quanno, d’estate, ‘nvece d’anna’ ar mare annavo dar “Ciriola” sotto Ponte Garibardi, oppure da le parti de Castello, dar “Tulli”. Mo si vai pe Tevere solo pe’ pija er sole, ce senti solo che puzza.
Ciao e buona domenica a tutti….quelli che sono rimasti, ma da lunedì si ricomincia! SEMPRE FORZA ROMA!!!!!!!!!!!!!
Comment by letizia — 21 Agosto 2011 @ 11:43Grazie a voi, Letizia e ‘Svardo di esserci sempre. Un abbraccio di cuore. Stefano.
Comment by Stefano — 21 Agosto 2011 @ 18:21Ma no svardo, non siamo rimasti in pochi: casomai sono pochi i commentatori.
Comment by Pablo bighorn — 21 Agosto 2011 @ 19:09Ci sono tenti lettori che vengono qui a dissetarsi di poesia e rime, ma non sempre lasciano una traccia, un odore del loro passaggio.
Ma ci sono…
Io sono rientrata al lavoro stamattina… faccio una danza della pioggia 😀
Comment by Principessa — 22 Agosto 2011 @ 09:03