Er sette gennaio
Er sette gennaio
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Sette gennaio. E’ finito tutto:
feste, presepi, arberi e l’addobbi,
ognuno torna a li propi sgobbi.
Sette gennaio, ammazza si sei brutto.
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Che fino a ieri hai dato spazzio a l’hobby,
foss’anche quello de trona’ co’ un rutto,
te levi, mo’, la sete cor prosciutto,
chinato a lavora’ fin’a che ‘ngobbi.
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Quest’è la vita, amico, è normale,
giornate belle e brutte in artalena,
una te dice bene e una male.
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E anche si oggi nun te senti in vena,
po’ esse sempre Pasqua o Natale?
Pe’ vive tocca scènne ne l’arena…
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Stefano Agostino
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Sontuoso sonetto Stè, veramente notevole!!!
Comment by Silvio — 7 Gennaio 2010 @ 14:50“…giornate belle e brutte in artalena…” e “…pe’ vive tocca scènne nell’arena”.
Dopo l’Epifania tutti ai propri posti di combattimento: riprogrammare la sveglia, rigare dritti, impegni a orario, coltello fra i denti, mutande di ferro, battaglia quotidiana. Dall’armonia del presepe ridiventiamo tutti dei guerrieri!
Grazie Silvio. Un abbraccio.
Comment by Stefano — 7 Gennaio 2010 @ 15:48Oggi si torna al lavoro, alla sveglia, al traffico, alla metro…insomma alla normalità. Fa tutto parte della nostra vita, e visto che nn ho vinto il primo premio della lotteria, mi tocca lavorare, altrimenti sai che noia.
Comment by Federica_Perla — 7 Gennaio 2010 @ 16:09Un Bacio.
E’ vero che oggi siamo tornati al lavoro, ma in compenso DOMANI E’ GIA’ VENERDI!!Io ne approfitto del cibo scadente della mia mensa per smaltire quegli 1 o 2 chili messi su durante le feste.
Comment by Principessa — 7 Gennaio 2010 @ 17:39