Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Romanamente

5 Febbraio 2014

Quanto m’urta

Quanto m’urta

***

Le machine sò ferme in terza fila,

quello passa cor rosso, ch’è più viola,

p’er tempo ch’è passato, l’artro vola

andrà a ducentocinquantunomila.

***

Quel’artro è senza cinta e in più se scóla

o vino o bira e la marcia infila,

un”artra intanto scarica la pila

der cellulare, mentre guida sola.

***

E un artro che “smandraka” e che “sgargiula”

 cor motorino, pela e contropela

quello che incontra, fino a che sfancula.

***

E lei sta a murtà me, (ma che se inala?)

ché ciò ‘na luce a cero de candela,

“Ma dimme un po’, ma quanto sei maiala?”

***

Stefano Agostino

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  1. Le machine sò ferme in terza fila,
    quello passa cor rosso, ch’è più viola,
    p’er tempo ch’è passato, l’artro vola
    andrà a ducentocinquantunomila. … (continua)

    Comment by Stefano — 5 Febbraio 2014 @ 08:47
  2. Oltre al maltempo ne ‘sta città in delirio ce se mettono pure li vigili a complicà la vita…!

    Comment by Silvio — 5 Febbraio 2014 @ 10:27
  3. I VV.UU. (secondo le direttive del sindaco) devono recuperare il disavanzo delle casse comunali! e così si arrangiano….

    Comment by letizia — 5 Febbraio 2014 @ 11:31
  4. Io devo dire che quando sono stata multata, me lo meritavo!

    Comment by principessa — 5 Febbraio 2014 @ 19:38

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