Le cardàroste
Le cardàroste
Quanno ch’è autunno e tosto t’encappotti,
e vai giranno ar centro pe’ passeggio,
io te consijio de datte parcheggio,
tra via Frattina, er Corso e via Condotti.
E lì che hai da cerca’ seduto ar seggio,
chi a ‘n’angolo te dà maroni cotti,
ar fòco de la brace in bussolotti,
‘nd’abbrusteno de gusto che fa freggio.
E pe’ na vòrta nun pensa’ alla dieta,
e nun te fa’ probblemi si te costa,
pòi sempre anna’ ‘n palestra a fa’ l’atleta.
Chè la castagna sembra fatta apposta,
pe’ fasse poi rima’ da chi è poeta,
quanno s’abbrucia e còce in cardàrosta.
Stefano Agostino
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Le cardàroste, che buone. Fanno tanto inverno, vetrine colorate e addobbi di Natale, e poi… mi ricordano la mia infanzia, la passeggiata del sabato pomeriggio con mamma e papà. Grazie Stefano
Comment by Federica_Perla — 18 Novembre 2009 @ 10:32Federica
Anche a me le cardaroste evocano la mia infanzia. Il loro profumo si avvertiva da lontano e mi sentivo coccolato dal loro morbido tepore quando, stretto nel mio cappottino pesante, le assaporavo mentre camminavo per le vie del centro, tenuto per mano da mia nonna.
Comment by Silvio — 18 Novembre 2009 @ 10:50Federica, Silvio, grazie per aver voluto condividere il ricordo di alcun vostri momenti d’infanzia.
Comment by Stefano — 18 Novembre 2009 @ 12:25mmmmm 😛 buonissime le caldarroste (quelle che mio nonno preparava con tanto amore 30 anni fa IN CASA; ho provato invece quelle all’uscita della metro di piazza di Spagna: SPUTTTTTTT SONO BRUCIATE FUORI E CRUDE DENTRO!!!!!
Comment by Principessa — 18 Novembre 2009 @ 17:27Lo so che, a volte, guasto la poesia di questi preziosissimi sonetti con il mio cinismo 🙁 e di questo me ne scuso!
Comment by Principessa — 18 Novembre 2009 @ 17:29