Contatti
Per contatti, suggerimenti, informazioni e richieste scrivete a stefanoasr69@gmail.com Sarò felice di ricevere le vostre mail e vi risponderò quanto prima. Oppure potete contattarmi al mio profilo su Twitter o quello su Facebook – Vi aspetto.
****
DUE PAROLE SULL’ AUTORE “Stefano Agostino”
***
Sono nato a Roma, nel dicembre del 1969, alla clinica “città di Roma”, da genitori romani. Con tale “imprinting”, non potevo non essere allevato e crescere con l’innato amore per questa città e per tutto ciò che la rappresenta, in Italia e nel mondo. Dalla storia, ai suoi monumenti. Dalle sue strade, le piazze, i vicoli, i cortili. Agli usi, ai costumi, alla cucina, alla mentalità della sua gente. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: sono “romano-centrico”, nostalgico della vita tra le mura capitoline, già appena uscito fuori dal raccordo anulare.
Sono affascinato dalla poesia in generale, ma amo particolarmente quella in vernacolo di tradizione popolare romana, del Belli, del Trilussa, del Pascarella. Questa grande passione si è tradotta, quindi, nello scrivere sonetti e poesie in “madrelingua”, quella del romanesco d’oggi, come per rendere omaggio al mio unico vero grande amoR.
***
Stefano sei un Grande!
Gentile
sono anni che sto cercando una poesia romana che ho studiato quando stavo in 5 elemntare (1969) sul 8 dicembre e che non sono mai riuscito a trovare. Purtroppo non ricordo nè l’autore e nè il titolo. Quello che ricordo è la prima strofa:
“Er din don dan del le campane sveja roma che è ancora addormentata”
Parla di una signora anziana che 8 dicembre va a piazza di spagna a pregare alla Madonna.
Mi potreste aiutare a trovarla?
Grazie
Buona giornata
Gianpiero Andrea Leonardi
Buonasera,
non la conosco … però mi metto in cerca. Se trovo qualcosa ti faccio sapere.
La poesia indicata da P. Leonardi ( ma la notizia è datata 2021, certo sarà già stato risolto il quiz….) è con molta probabilità una rielaborazione libera in dialetto romanesco della popolarissima canzone italiana ‘Domenica è sempre domenica’. Le lievi difformità con il testo originale sono tipiche delle elaborazioni testuali nell’ambito dell’Italiano popolare.
Silvia Goi
[…] Stefano Agostino, classe 1969, è un poeta romano innamorato della sua città. Si diletta a scrivere in romanesco, e nei suoi versi canta la bellezza della Città Eterna. Ve lo presentiamo attraverso le sue stesse parole: […]
Pingback by "Santa Lucia", una poesia dedicata al giorno più breve dell'anno — 12 Dicembre 2024 @ 15:25Buongiorno.In merito alla poesia di Trilussa:”la riconoscenza de li posteeri”vorrei comunicare che in tutti i siti di Internet la suddetta poesia è mancante di una strofa.Io ho 82 anni e da una raccolta del 1920 risulta come segue:
La riconoscenza de li posteri
Una vorta, per un caso,
drento all’orto d’un amico
fu trovato un busto antico
d’un pupazzo senza naso,
co’ li boccoli de marmo
e una barba longa un parmo.
Da le rughe der pensiero
che j’increspeno la fronte
ce se vedeno l’impronte
d’un filosofo davero;
ma chi diavolo sarà?
ch’avrà fatto? chi lo sa?
Sur davanti, veramente,
c’è er cognome scritto sotto:
ma, siccome è mezzo rotto,
se distingue poco o gnente
e se legge, tutt’ar più,
ch’era Stefano der Q…
Come mai fu sotterrato
fra li cavoli dell’orto?
Quann’è nato? quanno è morto?
Ch’ha scoperto? ch’ha inventato?
Li spaghetti o le cambiale?
Fece bene o fece male?
Era un frate vagabbonno che sbafava in un convento
O un gueriero der trecento ch’ammazzava mezzo monno?
Come fece la su strada co la croce o co la spada?
Fu chiamato un antiquario:
— Questo — disse — è un mezzo busto
fatto male, senza gusto,
e d’un genere ordinario;
vale poco: sia chi sia
è una vera porcheria! —
E fu messo in un cantone
come fosse un muricciolo,
dove spesso c’è un cagnolo
che pe’ fa’ quela funzione
forma un arco co’ la cianca
su la bella barba bianca.