Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

Frammenti di Roma,I sonetti romani

21 Aprile 2012

21 aprile 753 a.C.

21 aprile 753 a.C.

21 aprile 753 a.C.

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Romolo e Remo quer ventuno aprile,

se vollero sfidà a fonnà Roma,

vinze chi vide, arzanno testa e chioma,

più ucelli in volo, soli o messi a file.

***

Fu Romolo, se sa, ormai è un assioma,

co Remo che je fu arquanto ostile,

ma er primo, co l’aratro e senza bile,

tracciò quer sorco co bestie da soma.

***

Quann’ebbe disegnato un ber quadrato,

Romolo parcheggiò l’aratro e er bue

e Remo entrò co un sarto in quer tracciato.

***

Romolo, fin allora su le sue,

je disse: “A Re’, ma va’ a morì ammazzato,

qui a Roma nun se pò comannà in due”.

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Stefano Agostino

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  1. … leggenda rispettata …

    Comment by Elio Malloni — 21 Aprile 2012 @ 12:27
  2. ROMA TI AMO!!! AUGURI!!!!!!!!!!! ALTRI 2000 ANNI

    Comment by letizia — 21 Aprile 2012 @ 12:55
  3. Romolo fu arquanto sbrigativo. Come primo Re ha, praticamente, instaurato ‘a prima dittatura monarchica ar grido: Nun c’e’ trippa pe’ gatti.

    Comment by 'svardo — 21 Aprile 2012 @ 13:10
  4. Buon Compleanno, R O M A !!!

    Grande Stefano che hai messo in versi la fondazione come un fatto de cronaca!

    Buon Compleanno, R O M A !!!

    … E mò sbrigamose a spegne le candeline che, dice la leggenda, quanno organizzò la festa un tal Nerone…

    Comment by Luis — 21 Aprile 2012 @ 20:19
  5. Bella la leggenda, ancora mejo er sonetto.
    Ma, fuori metafora, chi comanna oggi alla AS Roma?!?

    Comment by Pablo BigHorn — 22 Aprile 2012 @ 15:50

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