Metafora natalizzia
Metafora natalizzia
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Sta vita è un po’ un arbero de Natale:
s’accenne e smorza, come a intermittenza,
sbrilluccica qua e là, co nastri o senza,
cià quarche picco come fa er puntale.
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Man mano che va in su strigne l’essenza
e a vorte, pure ch’è addobbato male,
dar basso e ar centro fino a che nun sale
e rigojoso e ricco e fa presenza.
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Ma la metafora d’analoggia
raggiunge er top, come fa er monte a valle,
co sta parabbola d’antologgia…
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… che siano verdi o blu o rosse o gialle,
in de sta vita c’è chi cià maestria
de passà er tempo a fracassà le palle.
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Stefano Agostino
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… sei insuperabbile … la maestria è la tua, ner senzo contrario de la chiusa …
Buongiorno a tutti. Bellissimo sonetto Stefano. Specialmente l’ultima terzina è perfetta, e mi fa venire in mente un’aforisma di qualcuno che non ricordo :
AMO IL GENERE UMAMO, E’ LA GENTE CHE NON SOPPORTO !
E’ bellissimo e vero!
Io le palle le ho messe DI PLASTICA anzichè di VETRO!!! Lascio la frase alla libera interpretazione!!
Bellissimo Stefano! Ma dimmi, se le palle son quelle che si fracassano, quello che “sale e rigojoso e ricco e fa presenza” che e’? Oddio ho bisogno di una vacanza!
PS Bello anche il pensiero del giorno, ma forse ti e’ scappato un “periodo”.
Princi, vuoi forse dire che sopporti e ti pieghi ma non ti spezzi?
Ragazzi grazie a tutti per i complimenti. Sempre troppo carini con me. Prometex, a te grazie anche per avermi fatto notare la disattenzione. Quanto all’altro messaggio, diciamo dato l’argomento che tocchi è meglio … sorvolare.
Capolavoro assoluto…
😀