Saggezza arcolica
Saggezza arcolica
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Diceva: “Si va, va, sinnò sti cazzi!”
Quanta morale dentro a sta battuta,
filosofia de ‘na vita vissuta,
sotto a li ponti e mai ne li palazzi.
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Da tutti era perzona risaputa,
er re de l’ubbriaconi mezzi pazzi,
che, misti a sbronze, arternava a sprazzi,
momenti veri de saggezza arguta.
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Ar punto che nun era affatto raro,
vedello barcollà pure a distanza,
birozza in mano e lì ecchite Arvaro.
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De fàccese la doccia aveva usanza,
e aggiungeva in tono dorce e amaro
“Nun pò godè sortanto che la panza!”
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Stefano Agostino
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Sarve popolo de RomainRima, oggi metto’sto
COMUNICATO DE SERVIZIO
Aspetto de conosce er nuunero de l’adesioni e la data
pe’ prenota’ la cena conviviale.
Un saluto a tutto er popolo de Stefano
AGGIUNTA AR COMUNICATO
Dateve da fa’ prima d’anna ‘n vacanza.
Cmq se po’ fa’ puro ar rientro, a settembre.
Lo immaginavo che parlavi di lui. Alvaro a Viale Marconi mentre a Donna Olimpia lo chiamavano in altro modo. Ero piccolo e lui era li, attorniato da cani che gli volevano bene come forse mai nessuno per lui. Una sera d’estate, io ed altri amici seduti ai tavoli esterni di una birreria lo chiamiamo e lo facciamo stare con noi offrendogli una birra, e come dici tu nel sonetto, mezza la beve e mezza se la versa in testa dicendo “mica pò gode solo la panza”. Un grande personaggio. Ciao Alvaro.
Io sarei eventualmente per rimandare a settembre 😀 non ho mai fatto amicizia con un clochard-filosofo, ma ne ho visti due giocare a SCACCHI lungo le rive del Tevere (forse polacchi); avrei voluto anche fare una partita, ma probabilmente avrei STRAPERSO!