Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

A tavola,I sonetti romani

5 Maggio 2010

Er caffè

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Er caffè

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Er gusto sopraffino e quer sapore

de quelli che spalancheno narici,

t’entrano a li pormoni e benedici

chi l’ha inventato ch’è  un benefattore.

 ***

La machinetta, da cima a pendici,

borbotta a ’n tratto e sbuffa de vapore,

dopo un secònno, pieno de calore,

spànne l’aroma in mille direttrici.

 ***

Macchiato, ar vetro, corto o, ar più, ristretto,

espresso, lungo, freddo, in tazza granne,

o co un goccetto d’ àrcol si è còretto.

 ***

So solo che si m’arzo che sto in panne,

e me sò sletargato giù dar letto,

senza caffè, aresterei in mutanne…

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Stefano Agostino

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  1. Solo a leggerlo m’è venuta voglia, nn è mattina senza un buon caffè…Cmq qui in ufficio, come tutte le mattine, è pronto il caffè (…della moka).

    Comment by Federica_Perla — 5 Maggio 2010 @ 08:53
  2. Hai ragione, chi ha inventato (o meglio, scoperto) il caffè è veramente un benefattore dell’umanità. Per me è come una carezza calda che mi coccola e mi sussurra dolcemente “forza, daje!”.

    Comment by Silvio — 5 Maggio 2010 @ 09:22
  3. Io stamattina ne ho già presi due, di caffè, con il risultato di essere nervosa a 1000: ora mi vado a procurare un calmante!

    Comment by Principessa — 5 Maggio 2010 @ 10:00
  4. sono senza parole: è bellissimo!!!! W Stefano e W il caffè

    Comment by letizia — 5 Maggio 2010 @ 18:36

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