La paggina bianca
La paggina bianca
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E’ bello trova’ er tempo de fermasse,
davanti a ‘n fojo bianco e ‘na tastiera,
n’importa si è mattino oppure sera,
de giorno pieno o lì p’addormentasse.
Quello che conta è coloralla nera,
sta paggina che è come si aspettasse,
d’esse riempita, tòrto quell’ impasse,
che vieta la realtà a ‘na chimera.
E’ in quer momento solo che t’accorgi,
che quer che scrivi ce l’hai tu, là dentro,
ma si ‘n te guardi in fonno, nun lo scorgi.
Ma, daje, sbrighete, a scrivelo entro
er tempo che a te stesso tu je porgi:
vedrai, lo scritto, avrà fatto centro!
Stefano Agostino
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Caro Stefano, con questo rsonetto racconti te stesso e le sensazioni di qualunque poeta o scrittore, pronti a generare quello che sta li dentro incatenato e aspetta di essere liberato. E’ lo stesso per scultori, pittori, musichieri, compositori, insomma e’ questa l’essenza piu’ intima dell’artista.
Comment by silvio — 30 Novembre 2009 @ 23:33Trovo che questo sonetto sia un inno alla fantasia nascosta in ognuno di noi. Forse, per colpa della troppa fretta che accompagna la nostra vita (io in questo momento ne sono esempio, nn mi lasciano più neanche il tempo per leggere le tue stupende poesie o per discutere della nostra amata), abbiamo dimenticato quanto è bello fermarsi e lasciare libera di galoppare la nostra fantasia e la nostra anima e …. riempire quella pagina bianca.
Comment by Federica_Perla — 1 Dicembre 2009 @ 14:27Silvio, è vero è un raccontare me stesso, ma è un raccontare ogni momento in cui c’è da fissare un’emozione per non lasciarla svanire. Federica, il bello è riuscire a fregarla questa vita frenetica e fermarsi lì. Grazie dei vostri commenti.
Comment by Stefano — 1 Dicembre 2009 @ 14:52A me una pagina bianca fa PAURA … meno male che c’è il nostro Poeta a colorarla con le tinte più appropriate (a cominciare dal Giallo e Rosso).
Comment by Principessa — 1 Dicembre 2009 @ 16:58