Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Romanamente

7 Giugno 2018

Ar tempo de Roma antica

Ar tempo de Roma antica

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Chissà com’era vive a Roma antica,

ar tempo de li dei e imperatori,

co li patrizzi, ch’ereno signori,

e li plebbei, più gente de fatica.

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Co ‘na città ripiena de splennori,

che oggi, si sò ruderi, se dica,

senza ingegneri o architetti mica,

ch’han retto venti secoli d’onori.

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Ar tempo de le bighe e li cavalli,

de li sesterzi e de schiavi e padroni,

de senatori che mó va a trovalli.

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De leggi certe e giochi de leoni

e drappi rosso porporati e gialli

e a commannà gente co li cojoni.

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Stefano Agostino

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  1. Chissà com’era vive a Roma antica,
    ar tempo de li dei e imperatori,
    co li patrizzi, ch’ereno signori,
    e li plebei, più gente de fatica. … (continua)

    Comment by Stefano — 13 Maggio 2016 @ 08:27
  2. L’antica Roma imperiale era una città ricchissima, soprattutto di bellezza, evoluta, multietnica e punto d’arrivo dei più svariati prodotti provenienti da ogni angolo del mondo allora conosciuto. Protagonista di opere ingegneristiche all’avanguardia, complessi architettonici straordinari, centro del potere politico, finanziario, commerciale, culturale e artistico per numerosi secoli, Roma è stata la culla della moderna civiltà occidentale soprattutto nel concepire un impianto di diritto privato e pubblico che costituisce il fondamento anche dell’attuale stato di diritto dei paesi di Europa e Americhe. E’ un peccato che la magnificenza di questa città sia stata depredata nei secoli successivi al declino dell’impero…

    Comment by Silvio — 7 Giugno 2018 @ 10:07
  3. Molte volte mi sono chiesta come era Roma nei tempi antichi: di sicuro non c’erano le buche di oggi, la città era pulita, il Senato funzionava bene, i non ricchi se la passavano così così, però tutto sommato, forse prima stavano meglio di oggi. E teniamo presente che c’era “…a commannà gente co li cojoni.”
    Sempre FORZA ROMA in tutti i sensi!
    Buona Giornata!

    Comment by maria letizia — 7 Giugno 2018 @ 11:28
  4. Le bucher a Roma ce so’ sempre state. Figurateve le strade fatte co’ grosse piastre de sercio; abbastava che se ne levava una e addio ròre d’e bighe. Poi so’ arivati li sampietrini cor medesimo arisurtato. Poi, ner tempo, li scavi soterranei pe’ ‘e catacombe o pe le cave de tuvo e pozzolana, n’hanno minato er sottosuolo e. oggi, ne stamo apaga’ ‘e conseguienze co’ le voragini. Magara sarà corpa der sole che co’ li RAGGI ha prosciugato ertereno che aricopre ‘è caverne sotterranee e Giove Pluvio infirtra l’alluvioni. Certo è che, si nun controlli, pe’ tanti anni quello che ce sta sotto ar manto stradale e nun pij provvedimenti stradale, poi succede che tutto frana. Accidenti ar sole a li RAGGI sua. Ecco perché ‘a lingua batte sempre lì: perché ce amanca ‘a memoria der marcostume passato.

    Comment by 'svardo — 7 Giugno 2018 @ 14:30

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