Fonnata sur lavoro
Fonnata sur lavoro
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Benigni ce l’ha pure aricordato,
“Repubblica fonnata sur lavoro”,
che nobbilita l’omo e dà decoro,
principio basilare de lo Stato.
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Però come pò èsse io lo ignoro,
visto che si nun sei disoccupato,
ar massimo lavori in precariato
e er posto fisso sa da età de l’oro.
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Ma quale base, quale fonnamento,
si va mezzo mijone de perzone
a un concorzo pe l’inzegnamento.
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“Fonnata sur lavoro” è un’illusione,
sarebbe mejo dì “su un Parlamento
che magna ormai pe tutta la Nazzione”.
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Stefano Agostino
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Sonetto quanto mai azzeccato. Esatta fotografia de l’itajetta politicamente mafiosa. M’aricordo che ner dopoguera c’ereno manifesti che faceveno vede’ sta nazzione vota drento e bella fòri; adesso è brutta e sporca pure fòri.
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L’arbitri, quanno arbitreno la Roma, nun so’ solo Berg…onzi ma pure tanto str…i, ma de quelli hahhati pe forza.
La nostra Costituzione è uno splendido monumento, purtroppo solo bello a vedersi! La realtà è che ‘sto Paese è fondato sulla corruzione e sull’evasione fiscale, ma soprattutto sulle lobbies massoniche e sui potentati mafiosi e camorristi che detengono il vero potere, quello della finanza!
Bello il sonetto e molto bravo Benigni a spiegarci l’Italia, peccato che è un sogno.
Arbitri, ancora mi devo riprendere…
Grazie per i vostri interventi. Siamo rimasti in pochini a parlare tra di noi. Peccato. Ma anche in pochi è un piacere ospitarvi. VVB.
Bella Stefano …
Il tuo sonetto, come sempre , descrive la realtà di questa Italia , molto amata, ma, purroppo
vituperata per colpa di una società malavitosa che con il tempo e la complicità delle istituzioni si è sempre più allontanata dai veri valori della Costituzione.