Roma in rima - Sonetti e poesie in romanesco di Stefano Agostino

I sonetti romani,Schegge di vita

17 Maggio 2024

Er matto

Er matto

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Er matto è matto lui o chi lo crede?

Chi è che se pò dì sano de mente?

Ch’abbasta unì ‘ste due e viè demente

e er matto ar sano poi come lo vede?

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Chi è che sa de nun avecce gnente

tra fisime o manie e nun eccede

in quarche sua stranezza e nun s’avvede

de quanto pò sembrà ch’è un deficiente?

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Er fatto è ch’er concetto de equilibbrio

de testa e de raggione è soggettivo,

nun c’è misura certa de squilibbrio.

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E pure quanno, caso indicativo,

c’è un matto che dà pubblico ludibbrio,

pò èsse che stia a recità dar vivo!

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Stefano Agostino

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  1. e la Storia c’insegna che appreso ai matti ci vanno un sacco di scemi …

    Comment by Elio Malloni — 24 Luglio 2012 @ 09:32
  2. Tu prova ad avere un mondo nel cuore
    e non riesci ad esprimerlo con le parole,
    e la luce del giorno si divide la piazza
    tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
    e neppure la notte ti lascia da solo:
    gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

    E sì, anche tu andresti a cercare
    le parole sicure per farti ascoltare:
    per stupire mezz’ora basta un libro di storia,
    io cercai di imparare la Treccani a memoria,
    e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
    continuarono gli altri fino a leggermi matto.

    E senza sapere a chi dovessi la vita
    in un manicomio io l’ho restituita:
    qui sulla collina dormo malvolentieri
    eppure c’è luce ormai nei miei pensieri,
    qui nella penombra ora invento parole
    ma rimpiango una luce, la luce del sole.

    Le mie ossa regalano ancora alla vita:
    le regalano ancora erba fiorita.
    Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
    di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
    di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
    “Una morte pietosa lo strappò alla pazzia

    Comment by roberto genesis — 24 Luglio 2012 @ 09:49
  3. Er matto è matto lui o chi lo crede?
    Chi è che se pò dì sano de mente?
    Ch’abbasta unì ‘ste due e viè demente
    e er matto ar sano poi come lo vede? … (continua)

    Comment by Stefano — 22 Marzo 2018 @ 05:50
  4. In questo paese in tanti fanno i matti per non andare in guerra…, insomma per molti che ci sono, un cospicuo numero ci fa!

    Comment by Silvio — 22 Marzo 2018 @ 09:58
  5. “…Ch’abbasta unì ‘ste due e viè demente…”. A Ste’ sei veramente troppo forte!!!!!!!!!!
    Io penso che di matti ce ne stanno pure troppi in giro, basta leggere i giornali.
    Buon Pomeriggio.

    Comment by maria letizia — 22 Marzo 2018 @ 13:31
  6. Si ce potessimo fa’ tutti ‘n chiaro esame, me sa che pochi aresterebbimo esenti da pècche. eppure quei pochi nunn sarebbero tanto sicuri. Daje, che ‘n pizzico de follia, magari latente, ce l’avemo tutti.

    Comment by 'svardo — 22 Marzo 2018 @ 14:42
  7. Il sonetto è fantastico e perfetto com’è: una forma d’arte!
    Sul contenuto – peraltro poco rilevante trattandosi appunto di una forma d’arte – io dissentirei poiché la scienza ha individuato ‘oggettivamente’ le patologie mentali, non più riconducibili dunque ad un sguardo soggettivo. La stessa scienza che in campo medico in generale ha progredito enormemente a livello clinico, farmacologico e diagnostico-strumentale

    Comment by Silvio — 17 Maggio 2024 @ 09:45
  8. Leggendo il sonetto e il commento mi sto chiedendo se io sono demente o no!
    Io mi auguro di essere normale! o No?!

    Comment by letizia — 17 Maggio 2024 @ 17:43

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